Corso di formazione per alimentaristi settore scuola

CEO at S&L srl salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Da oltre 25 anni lavora nell'ambito della formazione, consulenza e gestione della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro.
Mario Padroni

Corso di formazione svolto ai sensi della legge n. 11/2003 e la delibera regione Emilia Romagna n. 342/2004

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S&L srl organizza corsi specifici di formazione, iniziale e aggiornamento, per addetti alla manipolazione, somministrazione e porzionamento di alimenti nelle strutture scolastiche e socio-assistenziali.
É autorizzata dalla regione Emilia Romagna per lo svolgimento dei corsi sia in modalità E-learning (FAD) che in aula.

Autorizzazioni Regione Emilia Romagna
n. 2019/0329844/P – Azienda USL della Romagna – aula
Accreditamento n. 22 del 20/03/2020 – regione Emilia Romagna –  elearning

Con l’abolizione del libretto di idoneità sanitaria, cosa è cambiato?

Con la legge n. 11/2003 e la delibera n. 342/2004 le persone addette alla lavorazione degli alimenti, sia a livello industriale sia a livello artigianale, non hanno più l’obbligo di possedere il “Libretto di idoneità sanitaria”. Il libretto è sostituito da un attestato ottenuto a seguito di un breve ma specifico percorso formativo, finalizzato a rafforzare nell’operatore l’abitudine ad adottare comportamenti corretti dal punto di vista igienico-sanitario. La formazione è differenziata a seconda del rischio collegato alla mansione svolta: non tutte le mansioni lavorative con contatto o manipolazione di alimenti comportano infatti lo stesso rischio per chi li consuma.

Chi è tenuto a seguire gli appositi corsi di formazione e ad avere il relativo attestato?
Tutti coloro che effettuano la manipolazione di alimenti, in base alla delibera . 342/2004 sono classificati in 3 livelli di rischio: 2 (alto), 1 (più basso del livello 2), 0 (nessun rischio).

A livello 1 di rischio abbiamo:

Baristi (ad esclusione  della sola somministrazione di bevande);
Fornai e addetti alla produzione di pizze, piadine e analoghi;
Addetti alla vendita di alimenti sfusi e deperibili esclusi ortofrutticoli;
Addetti alla lavorazione di ortofrutticoli quarta gamma;
Personale addetto alla somministrazione/porzionamento dei pasti nelle strutture scolastiche e socio-assistenziali.

Quanto durano i corsi di formazione, e ogni quanto tempo deve essere fatto l’aggiornamento?

MANSIONI DI LIVELLO RISCHIO 1

A) Corso di formazione per ingresso al lavoro  – durata: 3 ore
Quando effettuarlo: prima di iniziare l’attività lavorativa (o comunque entro 30 giorni) 

B) Corso di aggiornamento per chi ha già l’attestato – durata: 2 ore
Quando effettuarlo: ogni 5 anni 

Educazione fisica nella Scuola Primaria e Secondaria I° grado

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Coach teaching exercise to school kids in schoolyard

 Covid 19 – nota dell’Ufficio scolastico Regionale n.  21883 

Il 1° dicembre 2020 l’Ufficio Scolastico Regione Emilia Romagna ha pubblicato la nota prot. 21883 avente ad oggetto “Emergenza epidemiologica CoVID-19 – Scuole primarie e secondarie di 1°grado – attività disciplinari di educazione fisica a scuola”.

L’Ordinanza n. 223 emanata in data 27 novembre 2020 dalla Regione Emilia-Romagna, avente a tema misure per la gestione dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione della sindrome da CoVID-19, in relazione alle attività scolastiche (p. a 7), prevede che “in attesa di ulteriori e specifiche indicazioni da parte del Comitato Tecnico Scientifico nazionale, nelle scuole del primo ciclo scolastico (primarie e secondarie di primo grado) sono sospese le seguenti tipologie di insegnamento a rischio elevato:

– educazione fisica al chiuso;
– lezioni di canto
– lezioni di strumento a fiato”.

Con riferimento all’insegnamento di Educazione Fisica, la presente Ordinanza non esclude, al contrario della precedente n. 216 del 12 novembre 2020, l’insegnamento all’aperto.

Fonte USR Emilia Romagna e Regione Emilia Romagna.

Somministrazione collettiva a categorie a rischio, no a consumo di alimenti di origine animale senza cottura

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no uova crude

Divieto di somministrazione, nelle strutture ospitanti categorie a rischio, di prodotti alimentari contenenti uova crude ed insaccati freschi a base di carne suina ed avicola non sottoposti, prima del consumo, a trattamento di cottura.

ORDINANZA DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 24 MAGGIO 2018, N. 66 – Emilia Romagna

Il Presidente della Giunta Regionale, su proposta dell’Assessore alle Politiche per la Salute, ordina:

1. è confermato il divieto fino al 31/5/2019 nelle strutture che ospitano categorie a rischio (bambini di età inferiore ai 3 anni, anziani, immunodepressi) della somministrazione di prodotti alimentari contenenti uova crude e non sottoposti, prima del consumo, a trattamento termico di cottura, fatto salvo l’utilizzo di ovoprodotti ottenuti con trattamenti tecnici tali da garantirne l’assenza di salmonelle;

2. è confermato il divieto fino al 31/5/2019 nelle strutture che ospitano categorie a rischio (bambini di età inferiore ai 3 anni, anziani, immunodepressi) della somministrazione di insaccati freschi pronti per il consumo a base di carne suina e/o avicola, non sottoposti, prima del consumo, a trattamento termico di completa cottura;… Leggi BUR del 25 maggio 2018 n. 145 

Photo by Haley Hamilton on Unsplash

Linee guida del Ministero della Salute: prevenire e ridurre lo spreco nella ristorazione pubblica

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spreco alimentare

“Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali  e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo  spreco connesso alla somministrazione degli  alimenti”  16 aprile 2018

La Riduzione dello spreco alimentare, dalla catena di produzione alla trasformazione industriale, sino alla fase di distribuzione e consumo, rappresenta una delle più importanti sfide di questo secolo, specie se rapportata alle criticità dell’attuale contesto socio-economico della popolazione ed alla concomitante necessità di implementare la solidarietà sociale e la sostenibilità ambientale. In Italia, si può intuire l’importanza del “problema spreco” anche dai dati relativi alla Ristorazione Collettiva che produce un volume complessivo di pasti che sfiora il miliardo e mezzo, con un fatturato di circa 6,5 miliardi di euro all’anno. La proposta di risoluzione del Parlamento Europeo “Strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’UE”  incoraggia istituzioni pubbliche, settore ricettivo, scuole, ospedali e banchi alimentari a raccogliere e ridistribuire ai bisognosi derrate alimentari inutilizzate, ancora commestibili, come misura aggiuntiva e non sostitutiva rispetto agli attuali sistemi di tutela sociale; inoltre, ribadisce che è necessario che i cittadini siano informati non solo sulle cause e conseguenze dello spreco ma anche sulle modalità per ridurlo.​ 

Già Il 2 agosto 2016 è stata approvata la Legge 116/2016 o anche “legge anti-sprechi” che si concentra su incentivi e semplificazione burocratica in modo da rendere più agevole la donazione da parte dei diversi comparti della filiera agroalimentare. Gli obiettivi della nuova legge anti-sprechi sono quelli di favorire il recupero e la donazione delle eccedenze a scopo solidale e sociale, destinandole ai povere e ai bisognosi; cercare di limitare l’impatto negativo sull’ambiente e sulle risorse naturali promuovendo il riuso e il riciclo dei prodotti; contribuire al raggiungimento degli obiettivi stabiliti da Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti e dello spreco alimentare. Infine si vuole investire energie sull’attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione delle istituzioni e dei consumatori, soprattutto i più giovani.​ (Fonte Ministero della Salute e ASL Modena).

Leggi Linee guida del 16 aprile 2018

Dentro una mensa scolastica in Giappone: qui la pausa pranzo diventa una lezione di vita

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Terminate le lezioni del mattino, i piccoli alunni spostano i banchi nella loro aula, si mettono un camice e una mascherina sulla bocca, puliscono i banchi, si lavano le mani.

La refezione scolastica in Giappone è molto diversa da come la conosciamo noi. Il programma interessa più di 10 milioni di alunni delle scuole elementari e secondarie del Paese. L’aula stessa diventa ogni giorno “mensa” per 45 minuti. I pasti sono preparati quotidianamente da un team di cuochi che lavorano nella cucina della scuola. Spesso usano le verdure coltivate dagli alunni nel giardino vicino all’istituto. Fin dalla tenera età, i bambini si abituano a mangiare pasti sani ed equilibrati. È vietato avanzare il cibo: chi non vuole mangiare tutto, prima di iniziare il pranzo, riconsegna una parte. Ciò che contraddistingue il Giappone da altri Paesi è che qui l’ora di pranzo è un momento educativo, non solo ricreativo. Alla fine del pranzo i bimbi ringraziano i cuochi, vanno a lavarsi i denti e poi si mettono a pulire (per circa 20 minuti) gli spazi comuni, ccompreso il pavimento. (fonte: YouTube/CafCu Media)