
L’attuale quadro normativo di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, costituito dal d.lgs. 81/2008 e s.m.i., ha specificamente individuato lo stress lavoro-correlato (SLC) come uno dei rischi oggetto di valutazione e di conseguente adeguata gestione, secondo i contenuti dell’Accordo Quadro europeo dell’8 ottobre 2004 (di seguito denominato Accordo europeo), puntualmente richiamato dal decreto stesso. La norma ha, inoltre, demandato alla Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro (di seguito denominata Commissione) il compito di ‘elaborare le indicazioni necessarie alla valutazione del rischio stress lavoro-correlato’, successivamente emanate nel 2010, attraverso l’individuazione di un ‘percorso metodologico che rappresenta il livello minimo di attuazione dell’obbligo […]’ (Comunicato del Ministero del lavoro in G.U. n. 304 del 30/12/2010). Pertanto, in considerazione dello specifico obbligo e, ancor più, in presenza di indicazioni procedurali definite ‘minime’, è evidente l’attualità del ruolo della ricerca scientifica nel fornire rigorosi contributi sulla specifica tematica finalizzati all’elaborazione e all’aggiornamento continuo di strumenti validi e soluzioni utili per la valutazione e gestione di tale rischio, anche attraverso l’individuazione e la diffusione di buone pratiche gestibili dalle figure della prevenzione che operano in azienda. In tale ottica, il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail, attraverso una fitta rete di collaborazioni internazionali e nazionali, nel 2011 ha sviluppato una proposta metodologica per la valutazione e gestione del rischio SLC sostenibile, di facile utilizzo per le aziende, basata su approcci e procedure scientificamente fondati
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